In Lombardia a spasso tra la storia

In Italia si incontrano opere d’arte ovunque si cammini, ma per ammirarle bisogna rallentare e guardarsi intorno.

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Nelson Mmandela-Imilanesi.it

Ovunque giriamo lo sguardo, in Italia, in ogni regione, incontriamo un pezzo di storia. Palazzi, statue, chiese affrescate. Noi italiani vivono nel museo a cielo aperto più grande e prezioso del mondo e, a volte, non ne siamo consapevoli.

Sarebbe bene, a volte, camminare un poco più lentamente e ritornare ad ammirare la bellezza che ci circonda fermandoci per un attimo. E, magari, chiedendoci che cosa si cela dietro una particolare opera.

In questo modo sarà possibile ri-scoprire o scoprire luoghi, statue, affreschi che, magari abbiamo visto, ma non guardato davvero. A Milano, per esempio, in via Piemonte, si può passeggiare accanto alle Tre Grazie, un’opera di Salvatore Fiume.

La scultura fu donata dagli eredi dell’artista al comune milanese. Scultore, pittore, scenografo siciliano, architetto, migrato a Milano, nell’opera ha voluto rappresentare la donna in tre raffigurazioni diverse.

Museo a cielo aperto

L’opera si trova all’aperto, proprio accanto ad altre tre sculture bronzee dell’artista Aligi Sassu. Un luogo, via Piemonte, che sta diventando un vero e proprio museo a cielo aperto.

Davanti al Consolato Generale del Sudafrica, ci si può trovare accanto all’opera di Pietro Scampini che raffigura il premio Nobel per la Pace Nelson Mandela. La statua è posizionata a livello stradale.

Sembra un passante qualunque, ma ha un compito ben preciso, quello di ricordare, a chi gli passa accanto, i valori che il leader africano ha voluto lasciare al mondo: compassione e rispetto.

A Bergamo, nel quartiere Celadina, in via Borgo Palazzo, c’è un portone dietro il quale si cela una storia misteriosa. La leggenda narra che questo arco in pietra isolato sia stato costruito dal diavolo in persona.

Mantova
Mantova-Imilanesi.it

In realtà, fu Sandro de Sanga a costruirlo nel 1550 su mandato dei Gian Giacomo de Tasso, un parente del famoso Torquato. Era il portone di ingresso della grande proprietà della famiglia Tasso.

A Gian Giacomo Tasso, però, il progetto non piacque. L’artista si offese e disse che nemmeno il diavolo in persona sarebbe riuscito a costruirlo. Il diavolo, però, era in ascolto, accettò la sfida.

Il Buffone dei Gonzaga

Ed è così che il diavolo, insieme ai suoi demoni, lo costruì tenendo fede al patto. I cittadini e la famiglia Tasso rimasero senza parole la mattina seguente quando videro il portone finito.

C’è chi dice, ancora oggi, che passando sotto l’arco, nelle notti di pioggia o di forte temporale,  si sente odore di zolfo. Spostandosi nella bellissima Mantova, ci si può imbattere nel buffone del Duca dell’omonima città.

In piazza Sordello, una delle più famose al mondo, lo scultore Aldo Franchi realizzò la statua del Rigoletto. Al centro del giardino della casa di Rigoletto, troneggia il buffone alla corte dei Gonzaga.

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