In Lombardia nascono sempre meno bambini

In Lombardia, secondo recenti ricerche, nascono sempre meno bambini e, tra gli 0 e i 4 anni, nel 2030, ne nasceranno 30mila in meno

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Donna incinta-Imilanesi.it

Secondo i dati dell’Istat, Istituto nazionale di statistica, sembrerebbe che, entro il 2030, la Lombardia avrà pochissimi bambini dagli 0 ai 4 anni. Le città più colpite dalle poche nascite sono: Brescia con il -9.3%, e, a seguire, Lodi, Como, Varese, Sondrio e Bergamo. Se si guardano i dati con i numeri e non le percentuali, la Lombardia avrà 30mila bambini in meno.

Questa è la proiezione secondo openpolis-Con i bambini rispetto ai dati relativi al 2020. Il fatto che le nascite siano così in forte calo, fanno prevedere, inevitabilmente, un cambio anche del tipo di società rispetto a quella in cui viviamo. Serviranno servizi diversi, più villaggi idoenei alle persone anziane, piuttosto che asili e scuole.

In Lombardia sempre meno nascite

In Lombardia, la città che ha già meno nascite è Brescia, nonostante il notevole numerro di immigrati che, in genere, fanno più figli degli italiani. La percentuale stimata è del 9.3% in meno rispetto al 2020. E’, addirittura, non solo sopra la media lombarda, ma anche sopra quella nazionale.

Le città lombarde che seguono Brescia nella diminuzione delle nascite sono: Lodi con il -9.2% di bimbi dagli 0 ai 4 anni. Quindi Como con il -8,9%, Varese con -8,7%, Sondrio con -8,5% e Bergamo con -8,4%. Leggermente meglio, ma sempre in negativo sono: Monza e la Brianza con il -7.9%, Milano e Cremona con il – 7.4%, Lecco e Mantova con il -7.% e Pavia con il -5.9%.

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Nel 2025, sempre secondo una stima, si conteranno 347.857 bambini tra gli 0 e i 4 anni. Sono 47mila in meno rispetto al 2020. Dopo il 2025 le nascite potrebbero aumentare leggermente fino al 2030. Le persone che in futuro decideranno di avere dei figli saranno sempre meno.

Sembra che aumenteranno anche le coppie che sceglieranno di non avere figli. Si passerà da 1.868.941 del 2021 a 2.044.178 del 2030. La nostra società, così come la vediamo oggi, molto probabilemnte, non esisterà più. Le scuole, che dovrebbero essere il punto di partenza per le grandi trasformazioni sociali, saranno sempre meno.

Meno scuole e più classi numerose

E così il mondo del lavoro, già oggi carente di manodopera, a causa del calo demografico, ne risentirà sempre di più. In Lombardia, già quest’anno, si conta un 5% in meno di alunni rispetto all’anno scolastico 2021/2022, nelle scuole elementari. A Lodi e a Como si contano, addirittura il 7 e l’8% in meno, e del 4.6% nelle scuole medie.

Per la prima volta si conta anche un 3.1% in meno nelle scuole superiori. In questo caso il rischio che si andrebbe a correre è quello di avere meno scuole, meno classi, ma con molti studenti in più. Giuseppe Bonelli, dirigente dell’ufficio scolastico di Brescia, spiega che le riduzioni sono, di fatto, disomogenee.

Di conseguenza, dove manca qualche unità, la scuola tende ad accorpare le classi. Gli effetti ricadranno sui ragazzi, che si troveranno in classi più nemerose, ma anche sui docenti. Se questi saranno in più rispetto alla provincia di riferimento, rischieranno la mobilità su altre sedi.

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