Incendio nella Rsa: chi sono gli indagati

Incendio nella Rsa: gli iscritti sul registro degli indagati. L’evolversi delle indagini sul rogo avvenuto nella Rsa a Milano e altri dettagli sulla vicenda.

Incendio nella Rsa
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A causa dell’incendio avvenuto di notte nella struttura che ospitava molte persone anziane, ora si sono aggiunti ulteriori indagati, oltre alla direttrice della Rsa. Dunque lo sviluppo delle indagini da parte della Procura della città milanese stanno procedendo senza sosta, continuando anche per quanto concerne l’attività di acquisizione della documentazione.

Incendio nella Rsa: l’inchiesta aperta sul rogo nella Casa dei Coniugi

Durante le ore notturne tra giovedì e venerdì scorso, è avvenuto un incendio all’interno di una Rsa nel capoluogo lombardo. A causa di ciò sono morte sei persone anziane, ospitate in questa struttura.

Adesso le indagini stanno quindi continuando attivamente, includendo tra i nominativi degli indagati nel registro degli iscritti, anche altre 5 persone. Queste ultime si aggiungono al nome della prima indagata, ossia colei che si occupava di dirigere la Rsa.

Dunque la prima a rientrare tra i nomi degli indagati è stata Claudia Zerletti, la direttrice dell’istituto posizionato in via dei Cinquecento.

Incendio nella Rsa: la scoperta sugli impianti per la rilevazione del fumo

Qui in quelle terribili ore notturne tra giovedì e venerdì, sono andati incontro alla morte sei ospiti della struttura. Quindi almeno per adesso coloro che si sono aggiunti agli iscritti presenti sul registro degli indagati, risultano i 5 appena citati.

Questi ultimi riceveranno pertanto un avviso da parte degli inquirenti, entro la fine della settimana in corso.

Ora si trovano al vaglio pure le posizioni di determinati tecnici appartenenti al Comune della città di Milano.

Inoltre quest’ultimo è il proprietario di questa casa di riposo che viene gestita dalla società Progres.

Per quanto concerne, invece, l’inizio della prossima settimana, si è programmato di svolgere le autopsie sui corpi delle persone decedute nell’incendio.

Quello che si ipotizza da chi sta procedendo con le indagini, si basa fondamentalmente su omicidio e lesioni di tipo colposo.

Inquirenti
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Con l’aggiunta del fatto di aver violato le normative riguardanti la sicurezza che hanno comportato quindi un incendio colposo.

Una posizione centrale all’interno di quest’inchiesta è quella correlata agli impianti di rilevazione dei fumi, all’interno delle camere. Difatti si è scoperto che risultavano non funzionanti da un anno e mezzo.

Inoltre in riferimento alla gara d’appalto per i lavori concernenti le riparazioni, era stata chiusa durante lo scorso maggio. In più si era provveduto a bloccarla dopo che la società vincitrice era stata raggiunta da un’interdittiva derivante dall’antimafia.

Internamente alla struttura si era provveduto solo a posizionare sparsi degli appositi cartelli, anche affissi al muro, che avvertivano di questo disguido. Garantendo la presenza di una persona addetta ai procedimenti di antincendio per le ore notturne.

Chi aveva il compito riguardante le procedure antincendio

L’addetto a queste importanti procedure è indubbiamente una delle figure poste sotto stretta osservazione da parte degli inquirenti.

Saranno quindi proprio loro a valutare se dovessero sussistere delle probabili forme di responsabilità, come per esempio quella di aver aspettato troppo prima di chiamare i soccorsi.

Nel frattempo chi era incaricato a svolgere tale mansione ha espresso le sue lamentele in merito, sostenendo che solo lui non bastava, per coprire sufficientemente questo ruolo.

Ciò in quanto gli risultava impossibile riuscire a controllare tutte le stanze presenti nella struttura, proprio perché avrebbe avuto bisogno dell’aiuto almeno di una seconda presenza.

Tra l’altro quest’addetto aveva pure ricevuto l’incarico di vigilare  sulla struttura attigua a quella dell’incendio. A questo proposito si fa riferimento esattamente all’edificio della Virgilio Ferrari.

L’incendio è iniziato in una delle camere poste al primo piano, ovvero la numero 605.

In questa camera una delle ospiti anziane si era accesa una sigaretta.

Sigaretta
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A un certo punto in modo del tutto involontario ha dato fuoco inizialmente ai materassi e alle lenzuola. Poi alla bombola dell’ossigeno che era presente all’interno della sua camera e precisamente accanto al letto.

Un ulteriore aspetto che gli inquirenti dovranno verificare a tal proposito, è il materiale dei materassi. Un controllo importante da eseguire, in quanto si deve controllare se tale materiale fosse a norma.

Conseguentemente la Procura di Milano sta continuando con molto impegno le sue indagini su questo rogo, anche perché a causa di tale incendio delle persone sono morte. Si tratta di due donne di 87 e 69 anni che si trovavano nella stanza da dove è cominciato il rogo. Poi ci sono le altre 4 vittime morte perché intossicate dal fumo che ha praticamente invaso l’intero primo piano della Rsa.

Oltre ad arrivare successivamente anche al secondo piano. In più ha comportato il ferimento di oltre 80 persone presenti dentro la struttura per anziani. Una vicenda drammatica su cui bisogna fare piena luce e che non dovrebbe mai accadere.

Un minuto di silenzio: le parole della presidente Elena Buscemi

A proposito della vicenda, il Consiglio comunale di Milano ha voluto ricordare le vittime dell’incendio. La presidente Elena Buscemi ha detto testuali  parole:

“Chiedo all’aula di fermarci per un minuto di silenzio in segno di cordoglio per la morte, avvenuta nel tragico incendio della Rsa Casa di riposo per Coniugi, di Nadia Rossi, Laura Blasek, Anna Garzia, Loredana Labate, Paola Castoldi e Mikhail Duci. Alle loro famiglie e alle famiglie dei feriti, ai lavoratori e alle lavoratrici della Rsa va la vicinanza e la solidarietà di questo Consiglio comunale”.

Sempre la stessa ha voluto ricordare che il primo cittadino di Milano avrebbe riferito le informazioni circa i funerali di chi ha perso la vita in quell’incendio.

Tante sono inoltre  le polemiche nate proprio perché il sindaco non era presene al minuto di silenzio.  Lega e FdI intanto hanno annunciato che sarà depositata una richiesta di commissione d’inchiesta per effettuare una valutazione circa la condizione delle residenze in cui vivono gli anziani.

 

 

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