L’inflazione e il conseguente aumento del prezzo dei beni di prima necessità: ecco di quanto sono saliti i prezzi.
L’inflazione inizia a pesare molo sulle tasche dei nuclei familiari italiani: sta man mano crollando il potere di acquisto in tutto il territorio italiano, dalle regioni del nord a quelle del sud. La causa non è solo l’aumento dei costi delle bollette di gas e luce, è anche il vertiginoso rincaro dei prezzi del cibo e di beni di prima necessità.
Questa situazione viene ulteriormente e direttamente peggiorata da quello che sta accadendo in Ucraina: la guerra ha causato gravi problemi con le sanzioni e i rapporti import-export. Ad agosto di quest’anno l’Italia ha raggiunto il record di inflazione, un numero che non si toccava dal 1985: ben +8,4% su base annua.
Ad essere cresciuti molto sono i prezzi dei beni energetici che hanno visto un rincaro vertiginoso, e la popolazione italiana ne era al corrente. Ma qual che non ci aspettavamo era un tale aumento dei prezzi anche dei beni alimentari. Vediamo insieme quali sono gli alimenti più colpiti.
Gli aumenti di prezzo più sconvolgenti
L’inflazione ha colpito il popolo italiano direttamente sul potere di acquisto perché si è verificato un grande aumento dei prezzi. Uno degli alimenti più colpiti dal rincaro è sicuramente il pane: ha raggiunto un prezzo mai avuto prima. Viene segnalato dall’Eurostat un aumento del pane del 18% rispetto all’anno scorso. La causa di questo aumento risiede nei rincari dell’energia e di conseguenza anche di grano e farina.
Un rincaro degno di nota è anche quello del burro che registra un aumento del 34%, per non parlare della carne di pollo che ha subito il 16% di rincaro. La margarina vede un aumento del 24%, la pasta del 22% proprio come il riso, le uova registrano un rialzo del 15% e lo yogurt del 12%. La farina e il latte rispettivamente il 23 e il 19% di incremento del prezzo. Il Codacons dichiara un rincaro shock, quello dell’olio di semi: il suo prezzo, rispetto a quello dell’anno scorso, è attualmente superiore del 62%!
L’inflazione, come già detto, ha colpito tutto il paese. Ma in alcune città più di altre gli aumenti sono stati più pesanti. Ecco di quali città stiamo parlando.
Le città più colpite dall’inflazione
Secondo gli studi e le ricerche del Codacons ci sono città italiane che più di altre sono state vittime dell’inflazione. Sono stati effettuati dei confronti tra vari capoluoghi di regione, e i dati emersi sono questi: se a Napoli il pane costa 2 euro e 16 centesimi, a Venezia costa 5 euro e 83 centesimi; a Napoli il latte costa 1 euro e 24 centesimi, a Milano 1,49 e a Torino 1 euro e 80 centesimi. A Cagliari la pasta raggiunge il costo di 2 euro e 25, a Palermo invece 1 euro e 38 centesimi.
La carne a Napoli costa in media 13 euro e 97 centesimi al kg, a Venezia raggiunge i 22 euro e 53 centesimi mentre a Milano si attesta intorno i 24 euro e 50 centesimi. Melanzane e zucchine a Napoli costano circa 1,37 euro, a Venezia, Firenze e Milano il doppio.
Per quanto riguarda la spesa media, a Milano, si spendono 99.24€ contro i 67.58€ di Napoli.
Altri aumenti record
Il cibo non è l’unica cosa ad aver subito un rincaro: sono state toccate altre importanti categorie. Ad esempio vengono segnalati importanti aumenti delle assicurazioni (circa l’8%); servizi finanziari (circa 18%); servizi ospedalieri (con picchi di circa il 36%!); fornitura di acqua (12,3% a Bolzano).
Ne ha risentito anche la categoria di alberghi e alloggi: i servizi sono aumentati in media di più del 20% rispetto all’anno scorso.