L’ assessore Gaia Romani ricorda i bimbi scomparsi ad Albenga

 Il Comune milanese, attraverso l’assessore Gaia Romani ricorda i 48 bambini che, 76 anni fa, morirono per annegamento al largo di Albenga.

Gaia Romani
Gaia Romani-Imilanesi.it

Ieri mattina, venerdì 14 luglio, Gaia Romani, assessore ai Servizi civici e generali, si trovava di fronte al monumento funebre presso il Cimitero Maggiore. Questo fu eretto in onore alle vittime del naufragio avvenuto in Liguria 76 anni fa. Dopo aver posto una corona di fiori, la Romani, ha dichiarato di essere felice per la commemorazione ritenendola un dovere.

Ha ricordato la tragedia ponendo l’attenzione sulla solidarietà che questa aveva portato tra la popolazione del periodo. La comunità, incredula per l’accaduto, si era infatti stretta nel dolore mostrando grande commozione. Secondo l’assessore è di fondamentale importanza mantenere vivo il ricordo di quelle vite che furono spezzate così prematuramente nel tragico incidente.

16 luglio 1947, il giorno della tragedia

Era il pomeriggio del 16 luglio del 1947 quando la motobarca Annamaria naufragò. Sul natante vi erano 84 bambini, ospiti presso la Colonia della Solidarietà Nazionale di Loano, in provincia di Savona, che stavano facendo una gita verso l’isola di Gallinara nel mare di Albenga.

Erano tutti maschi, in maggioranza di origine milanese, di età compresa tra i 4 e gli 8 anni. Si trattava, perlopiù, di orfani di guerra. Alle 18 il mare era calmo e l’imbarcazione navigava a circa 60 metri dalla costa. Ad un tratto la nave andò a sbattere contro  un ostacolo ed iniziò ad inclinarsi pericolosamente imbarcando acqua.

cimitero
Cimitero-Imilanesi.it

I bambini iniziarono a cadere in mare, alcuni riuscirono a nuotare e a raggiungere la riva, altri si salvarono grazie all’aiuto dei soccorritori, ma molti perirono. Le vittime infine furono 48, di cui 44 bimbi e 4 quattro accompagnatrici. Fu la più grande tragedia del Dopoguerra in cui persero la vita dei minori.

Sul posto arrivò Dino Buzzati il quale scrisse che lì si era concentrato tutto il dolore del mondo. Nel suo articolo descrisse la stanza in cui si trovavano tutte le salme, nell’ambulatorio della Croce Bianca di Albenga. Più guardava la scena più un sentimento indefinibile si faceva spazio dentro di lui.

Monumento scolpito da Giacomo Manzù

In quel locale vedeva 43 anime tenerissime che erano volate in un sol colpo al Creatore, E quante famiglie spezzate all’improvviso da un telegramma o dalla tremenda ambasciata d’un messo comunale. Le parole, per lo scrittore, non servivano a niente. Celebrarono i funerali in Duomo dall’Arcivescovo di Milano Cardinale Schuster, con tutte le piccole bare allineate.

Presenti gran parte della cittadinanza oltre che del Consiglio Comunale con l’allora sindaco Greppi. I nomi delle vittime sono incisi sul monumento scolpito dallo scultore Giacomo Manzù che fu posto al Cimitero Maggiore. Si tratta di un’opera con una raffigurazione in bronzo di Gesù circondato da bimbi, e con la frase del Vangelo di Matteo:

“Lasciate che i piccoli vengano a me, perché di essi è il regno dei cieli”.

Nel 76°anniversario del naufragio, il Comune di Milano, con la rappresentanza di Gaia Romani, ha ricordato nuovamente, con una piccola cerimonia, le giovani vittime depositando una ghirlanda di fiori.

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