Il 30 maggio, ossia il giorno prima dell’udienza a Roma, la Filarmonica della Scala suonerà in onore di Giulio Regeni, giornalista morto in Egitto in circostanze misteriose.
Il 30 maggio si esibirà a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, un quartetto con pianoforte composto da membri della Filarmonica della Scala e dal direttore d’orchestra Michele Gamba.
Lo spettacolo sarà dedicato a Giulio Regeni, dottorando di ricerca ucciso al Cairo nel 2016, e vedrà la partecipazione della sua famiglia.
Un’esibizione musicale della Filarmonica della Scala in onore di Regeni
L’obiettivo primario dell’iniziativa è quello di mantenere alta l’attenzione del pubblico sulla vicenda di Giulio Regeni, che ancora non ha avuto risposte sulla sua prematura scomparsa.
Il concerto, che si svolge in occasione del processo, è previsto la vigilia dell’udienza che si terrà Roma.
Questa udienza sarà fondamentale per determinare il destino degli agenti segreti egiziani che sono stati accusati dell’omicidio del giovane.
Chi era Regeni
Giulio Regeni era un ricercatore universitario scomparso il 25 gennaio 2016, mentre si trovava al Cairo. Il suo corpo è stato ritrovato otto giorni dopo, il 3 febbraio, mostrando segni di gravi torture, tra cui bruciature di sigaretta e coltellate.
Regeni, originario di Fiumicello in provincia di Udine, era al Cairo per studiare l’attività dei sindacati egiziani. Nonostante le indagini in corso, i dettagli sulla sua morte rimangono un mistero.
Durante una visita in Egitto il 18 luglio, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha esortato il presidente Abd Al Fattah Al Sisi a fornire un resoconto completo delle circostanze dell’omicidio di Regeni.
Tutto iniziò mentre risiedeva nel New Mexico. L’amore di Regeni per il giornalismo crebbe e iniziò a scrivere per il mensile triestino Konrad dagli Stati Uniti.
Il suo interesse per l’attualità è persistito anche dopo aver lasciato gli Stati Uniti e ha continuato a contribuire a varie pubblicazioni nonostante fosse spesso lontano dall’Italia.
Regeni scriveva occasionalmente sotto uno pseudonimo, Antonio Druis, e il suo lavoro veniva pubblicato dall’agenzia di stampa Nena.
I suoi articoli sono stati inseriti anche nel Manifesto. In diversi pezzi, Regeni ha dettagliato le sfide del movimento operaio all’indomani della rivoluzione egiziana del 2011.