La mensa del carcere di Bollate chiusa per 15 giorni dai Nas

Dopo un controllo da parte dei Nas al carcere-modello di Bollate, la struttura è stata chiusa per 15 giorni.

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I Nas, il Nucleo antisofisticazione e sanità dei carabinieri, in seguito ad una denuncia da parte dei sindacati, hanno controllato la mensa del carcere di Bollate. Al suo interno hanno trovato diverse irregolarità tanto che gli agenti hanno dovuto chiuderla per una quindicina di giorni.

Questo è il tempo che dovrebbe servire per ripristinare la regolare funzionalità della struttura. I Nas hanno trovato muri incrostati, presenza di scarafaggi, insetti vari fino alle spugne nel cibo. E’ da diverso tempo che i sindacati avevano denunciato la situazione e, finalmente, i Nas sono intervenuti.

I sindacati provinciali avevano denunciato la questione attraverso una lettera a cui si erano, poi, aggiunti, anche la Fp Cgil Lombardia, con il coordinatore regionale della Polizia Penitenziaria Calogero Lo Presti. Quest’ultimo ha tenuto a precisare che la situazione di Bollate non è l’unica realtà di questo tipo in Lombardia.

Chiusa la mensa per 15 giorni

La qualità del cibo lascia spesso a desiderare come le quantità che non rispecchiano quasi mai quelle da capitolato e così anche per il menù offerto dalla ditta. A questo si aggiungono le norme igienico-sanitarie che, spesso e volentieri, vengono violate. Il 21 giugno scorso i sindacati, insieme all’Amministrazione Penitenziaria, avevano fatto un’ispezione.

Nel corso di questa avevano rilevato le irregolarità che hanno portato i Nas a chiudere la mensa. Merce scongelata, yogurt tenuti fuori dal frigorifero, cibi pronti maleodoranti, stoviglie sporche, così come i locali, è ciò che ha trovato la Commissione Mensa. Dopo il sopraluogo i sindacati hanno chiesto alla direzione del carcere di intervenire.

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Questa si è mossa commissionando una sanzione alla ditta per inosservanza dei capitolati. Ma, a detta dei sindacati, l’azienda in questione non avrebbe fatto nulla per migliorare la situazione. Da qui la decisione di coinvolgere il Nucleo Antisofisticazione e Sanità dei Carabinieri.

Nei 15 giorni in cui la struttura rimarrà chiusa per lavori, gli agenti del penitenziario usufruiranno di un buono pasto che permetterà loro di avere un pasto decente, quello che, secondo le denunce, non hanno avuto in questi ultimi 3 anni. La chiusura temporanea è, secondo il sindacato, un buon risultato, per il momento.

Il sindacato continuerà a vigilare

Bruno Pompeo, vicecoordinatore Fp Cgil Lombardia e assistente capo coordinatore della Polizia Penitenziaria alla casa di reclusione di Bollate, continua dicendo che il sindacato continuerà a vigilare affinchè vengano sempre rispettate tutte le norme igienico-sanitarie. Il servizio deve tornare a svolgersi in un luogo sano per la tutela della salute di chi svolge il lavoro in carcere ogni giorno.

Cesare Bottiroli, segretario Fp Cgil Milano, da parte sua, continua dicendo che la situazione di Bollate è molto grave. I sindacati, da parecchio tempo, si stanno muovendo per chiedere all’Amministrazione Penitenziaria

“un radicale cambio di passo in materia di benessere organizzativo del personale dipendente”.

Questo è un ulteriore disagio che si aggiunge a quelli che gli agenti della Polizia Penitenziaria già vivono quotidianamente. E’ chiaro, secondo Bottiroli, che è necessario un cambio di marcia. Servono motivazioni e attenzioni diverse che tutelino la salute di chi vive situazioni già di per sé non ottimali.

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