L’anarchico Alfredo Cosprito ha richiesto gli arresti domiciliari, in mattinata l’udienza

Per l’anarchico Cospito richiesti gli arresti domiciliari a causa delle sue gravi condizioni di salute in seguito allo sciopero della fame

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Dopo uno sciopero della fame iniziato lo scorso 20 ottobre, Alfredo si trova in condizioni fisiche indebolite e preoccupanti. Il dottor Marco Crosignani evidenzia che il suo quadro clinico è a rischio per la possibile insorgenza di un evento cardiaco, anche se ora la situazione pare essere rientrata in un range di normalità.

Il medico aveva precedentemente dichiarato, attraverso un monitoraggio costante al cuore del detenuto, un problema di fibrillazione ventricolare. Questo avrebbe potuto anche rivelarsi fatale. Le cure, comunque, sono state necessarie. I sanitari sono intervenuti con la somministrazione di flebo di potassio.

In seguito a questo episodio i legali hanno richiesto di valutare il trasferimento presso l’abitazione della sorella di Cosprito. Si tiene oggi, in mattinata, l’udienza per la discussione sull’applicazione della misura alternativa agli arresti domiciliari. Alfredo è in carcere per reati rivendicati da azioni anarchiche.

La storia di Cospito

Nato a Pescara a luglio del 1967 ha avuto la sua prima condanna ad 1 anno di reclusione, per mancanza alla chiamata militare. Uscì prima grazie ad un’amnistia. Nel 1991, tornò in carcere per aver dichiarato di fronte al giudice di essere obiettore ed anarchico. La sentenza emessa dal tribunale militare di Roma per diserzione aggravata, lo riportò in carcere per un periodo do 1 anno e nove mesi di reclusione.

Dopo uno sciopero della fame, il 27 dicembre’ 91, il presidente dell Repubblica, Francesco Cossiga lo graziò. In seguito all’occupazione dell’ex Aurum a Pescara ritornò in carcere. Il suo nome era collegato, nell’ambito di inchiesta, all’anarchia insurrezionista.

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Scrisse anche per un giornale clandestino rivoluzionario e gli costò l’accusa di istigazione a delinquere. Nel 2012 Alfredo si recò con un complice, in motocicletta, presso l’abitazione di un dirigente d’azienda. Si trattava di Roberto Adinolfi,  della Ansaldo Nucleare S.p.A. Un’azienda italiana che si occupa del settore nucleare e realizza centrali di terza generazione.

I due gli spararono alle gambe, fratturandogli il ginocchio. Rivendicarono poi il fatto attraverso una lettera inviata al Corriere della sera, affermando di aver agito per conto del Nucleo Olga della FAT, federazione anarchica informale. Lo presero e condannarono a 9 anni e 5 mesi di detenzione.

Nel 2006 partecipò ad un’attentato. Fece esplodere una bomba esplosa presso la scuola allievi carabinieri di Fossano. La Corte di Cassazione qualificò in modo diverso il reato, valutandolo come terrorismo contro la sicurezza dello Stato. A questo punto in grado di appello la Corte doveva emettere consdanna all’ergastolo.

In carcere in regime 41bis

Ha rimesso però gli atti alla Corte Costituzionale per verificare se sussiste compatibilità o meno tra un attentato privo di vittime e tale tipo di pena. Dal carcere Cospito proseguiva a comunicare con i suoi compagni all’esterno, e li incoraggiava a proseguire la lotta contro il sistema.

Per questo il 5 maggio 2022 l’anarchico è in carcere in regime di reclusione 41bis, presso il  carcere di massima sicurezza di Bancali in Sardegna. Dal 20 ottobre 2022  ha iniziato uno sciopero della fame dimagrendo di 35 kg alla fine dell’anno. Molti ritengono che le misure adottate siano sproporzionate, vi sono manifestazioni di sostegno e richieste di intellettuali e giuristi al Ministero di grazia e giustizia. Perfino Amnesty International ha preso posizione dichiarando che il 41 bis costituisce un trattamento crudele, inumano e degradante.

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