L’Avis di Brescia chiude il primo semestre 2023 in positivo

Dopo l’appello fatto da Avis a gennaio, Brescia ha risposto in massa e, ad oggi, non è una città in emergenza.

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Per l’associazione Avis provinciale di Brescia è stato un luglio “da ricordare”. Ed è il primo anno che succede. Ed è la prima volta che l’associazione non si trova a dover lanciare un qualche appello urgente affinchè le persone arrivino nei loro centri a donare il sangue.

Gennaio si era, in realtà, aperto con la richiesta di altre sacche di sangue perchè, oramai, stavano scarseggiando. Il 2020 ha segnato un momento di grande paura nelle persone per via del covid. le donazioni in quel periodo erano pari quasi allo zero.

Nel periodo subito successivo, però, qualcosa è cambiato nell’animo delle persone e in meglio. Forse molti hanno sentito il bisogno di essere utili agli altri, e i prelievi di sangue sono ricominciati. E, poi, un altro calo, ma meno importante del precedente.

Brescia in linea con le raccomandazioni dell’Avis a livello nazionale

In questi ultimi mesi, secondo i dati dell’Avis, i donatori sono aumentati del 25%. Nel bresciano, secondo il presidente provinciale Pagliarini, i numeri sono in linea con quanto raccomanda l’associazione a livello nazionale. Il primo semestre del 2023 mostra un incremento di 6.438 sacche in più rispetto ai mesi precedenti.

Si passa, quindi, nel territorio bresciano, dalle 28.849 sacche donate nel primo semestre 2022 alle 29.017 del semestre di quest’anno. I dati mostrano un aumento per quanto riguarda l’afaresi, il processo mediante il quale viene separato il plasma e le piastrine mediante un apposito macchinario.

Si è passati, infatti, da 2.415 sacche del 2022 alle 2.685 sacche di questo primo semestre del 2023 con un incremento del 11.18%. La notizia più confortante è che è aumentato il numero dei donatori giovani. Se, in genere, l’età media del donatore di sangue supera i 50 anni di età, in questo ultimo periodo si ha un’inversione di marcia.

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Molti ragazzi, subito dopo i 18 anni, età sotto la quale non si può diventare donatori, si presentano per donare il proprio sangue. E questo grazie anche al lavoro che Avis porta avanti da sempre nelle scuole proprio per sensibilizzare anche i giovani sull’importanza di aiutare il prossimo.

La provincia bresciana è quella che ha al suo attivo il numero maggiore di donatori. L’Asst della zona del lago di Garda, purtroppo, presenta dei dati in negativo, mantre le zone della Vallecamonica e della Franciacorta sono, addirittura, in crescita, sia per le sacche di sangue intero che per aferesi.

In aumento i donatori giovani

La cosa importante nelle campagne dell’Avis fatte nelle scuole non è solo far avvicinare i giovani alla donazione, ma anche comprendere quanto sia importante coltivare un sano e corretto stile di vita. Sia per quanto riguarda la sfera sessuale, ma anche l’abuso di alcol e droghe.

Diventando donatori si impara anche a prendersi cura di se stessi, oltre che aiutare il prossimo in momenti di grande difficoltà. Sì, perchè un donatore è periodicamente controllato e per diventarlo è necessario un sano e corretto stile di vita.

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