Lissone, fabbrica di materassi occupata dagli operai contro il licenziamento

Si sono presentati al lavoro, alla fabbrica di materassi Vefer di Lissone, in segno di protesta al licenziamento. Da qualche mese ricevevano inoltre stipendio dimezzato.

Protesta operai
Protesta operai – imilanesi.nanopress.it

In tutto 60 operai, tutti migranti proventi dal Bangladesh, Sri Lanka, Egitto, Marocco. La promessa è quella di rimanere a oltranza, se non verranno date spiegazioni in merito al loro licenziamento, arrivato “dalla mattina alla sera”. Gli operai lamentano di essere stati “gettati via come la spazzatura“. Ecco le motivazioni che hanno spinto l’azienda a lasciare a casa così tanti dipendenti improvvisamente.

Lissone, licenziamento improvviso per 60 operai: occupata la fabbrica

La protesta durerà ad oltranza, promettono i lavorare presenti sul posto. Questa mattina tutti e 60 gli operai licenziati si sono presentati alla fabbrica di materassi Vefer di Lissone, nonostante il licenziamento, e hanno occupato la loro ex sede di lavoro per continuare nelle loro lotte. Lotte che avevano già portato, secondo le testimonianze raccolte sul posto, anche a un miglioramento delle condizioni di lavoro. Nel 2020 infatti, racconta uno dei lavoratori, i turni erano di 12 ore, compresi i sabati e le domeniche.

E’ stato proprio grazie alla lotta che le loro condizioni erano migliorate, ma adesso la Vefer ha deciso di licenziare i 60 operai tutti provenienti dal Bangladesh, dallo Sri Lanka, dall’ Egitto e dal Marocco. Una decisione arrivata dalla sera alla mattina, fanno sapere dalla sede occupata.

Vefer, la decisione dei licenziamenti: “Nessun motivo per mandarli via”

Alessandro Zadra del Si Cobas ha spiegato in queste ore, ai microfoni dell’Agi, la situazione della Vefer. Un’azienda che si appoggerebbe su una società in appalto, la quale negli scorsi mesi sarebbe andata in crisi e i dipendenti sono stati messi in cassa integrazione. Nonostante tutto hanno continuano a lavorare tre settimane al mese. Ma adesso secondo Zadra la situazione si sarebbe stabilizzata nuovamente, e il lavoro era ripreso bene.

Dunque non ci sarebbero scuse per aver mandato via tutti i dipendenti dalla mattina alla sera. La Itala Project srl però che aveva chiesto aumento delle tariffe, e nella gioarnta di oggi c’è stata la comunicazione della procedura per il licenziamento.

Protesta operai
Protesta operai – imilanesi.nanopress.it

Una delle testimonianze dei presenti arriva da Solamunur Rahaman, originario del Babgladesh, che ha parlato di una situazione lavorativa molto difficile. Sei anni nella stessa azienda, e da luglio con lo stipendio dimezzato nonostante il grande lavoro. “E’ faticoso – prosegue Solamunur – alziamo 400 materassi al giorno”.

Ma gli operai sono convinti a rimanere fino a quando non si avrà una risposta da parte di chi “si è arricchito alle nostre spalle per anni”. Una situazione di sfruttamento denunciata in fabbrica, nella quale lavorano in tutto 200 operai.

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