Negli ultimi anni Nina Zilli – vero nome Maria Chiara Fraschetta, Piacenza 1980 – si è imposta come uno dei nomi più interessanti del panorama musicale italiano. Appassionata da sempre di soul e jazz come di punk e rock ‘n’ roll, è arrivata al successo con il singolo 50mila, inserito nella colonna sonora del film di Ferzan Ozpetek Mine vaganti. era il 2009. Da allora ha pubblicato tre dischi, partecipato a tre edizioni del Festival di Sanremo e ha cominciato a farsi largo anche come personaggio televisivo facendo su Sky Uno la giurata di Italia’s Got Talent assieme a Claudio Bisio, Luciana Littizzetto, Frank Matano. In questa intervista parla del primo contratto discografico, l’università, il cane, i “belli”, le trecce da rasta, lo shopping, la guida spericolata…
Trascrizione videointervista a NINA ZILLI
Sono milanese da un sacco di anni. Dal 2000, per l’università… Dopo essere stata in America la guagliona è tornata a Surriento. a casa si sta bene. il primo impatto è stato bellissimo, la conoscevo bene Milano.
PIACENZA-MILANO-BOLOGNA
Perché ovviamente Piacenza non è una città che offre tanti spunti per gli adolescenti, così io e la mia migliore amica alternavamo: un sabato venivamo a Milano, un sabato andavamo a Bologna. Milano vista da Piacenza era la terrà delle opportunità, era finalmente la diversità.
NINA LA RASTA
Avere i dreadlocks – che avevo – e camminare fra le gente senza che nessuno ti guardasse (male) o ti dicesse: “Uè, cos’è quei capelli lì alla Bob Marley?”. Milano per noi era la meta. Con i primi amici che hanno preso la patente il sabato sera si andava tutti insieme a Milano. Andavamo al Rolling Stone a vedere i concerti, al Leoncavallo, al Surfer’s Den, che poi è un bar normalissimo che però mette la musica surf.
GIOVANI E “PANTOFOLATE”
Viverci da giovane, da studentessa, è stato bellissimo. C’era una gran scelta di tutto. contemporaneamente vivevo anche per la prima volta da sola con la mia migliore amica. Proprio… Paaam! Lei faceva Brera, quindi anche lei molto artistica, le è sempre piaciuto la musica… però poi ci siamo anche un po’ “pantofolate” in casa
IL BELLO DI MILANO
Il bello di Milano, come anche di Torino, è che ci sono tante mescolanze (di persone), visto che sono città lavorative. La gente viene a Milano, si trasferisce in questa città, da tutto il resto d’Italia. Quindi il milanese è bello perché è variegato, come il gelato all’amarena… Io devo tantissimo a Milano, tutto a Milano. Ho iniziato a Piacenza, il primo concerto l’ho fatto lì piccolissimo a 12 anni insieme con i miei amici… Poi piano piano, un passo dopo l’altro… è qui che ho firmato il mio primo contratto discografico, a Milano, quando avevo 17 anni. Ricordo il mio primo appuntamento: sono arrivata con il chitarrista della mia band, Chiara e gli Scuri,e la mia migliore amica che mi hanno aspettato giù in macchina, mentre io sbarbata da sola in via Amedei, andavo negli uffici della Sony Music.
UÈ KAZZOFIGA
Mi sono un po’ milanesizzata quando ho iniziato a dire sempre “Ué kazzofiga…”.
NINA SPERICOLATA
Sono sempre stata un po’ milanese alla guida per colpa di mia madre, nel senso che lei è una di quelle che va. Se c’è la coda è una che ti fa venire il nervoso, una che supera tutti
BELLI E PUNK
Ho letto quest’articolo sulla Repubblica di un po’ di tempo fa in cui un giornalista ha sezionato Milano e a seconda della zona ti dice il tipo di milanese… qui, in questo momento, siamo nella Milano dei belli! Qui, in questa zona: Arco della Pace. Poi le Colonne (di San Lorenzo) sono storicamente molto punk e rock’n’roll anche se adesso hanno sistemato tutto.
MILANO COME IL DASH
Io a Milano sto bene perché so che ho la mia valvola di sfogo, la parte tranquilla e molleggiata, ce l’ho a pochissimi chilometri, a pochissimi minuti da qui per cui non potrei mai cambiare il suo fustino con il mio… mi tengo il mio!
LO STATO DELL’ARTE
Dal punto di vista musicale, invece, negli anni ’90 ci sono stati gli ultimi grandissimi colpi di coda. mi vengono in mente i Casino Royale, c’era grandissimo fermento qui a Milano. musicalmente invece, ma anche artisticamente, è una città che adesso sta soffrendo.
IL CANE DI MARMO E IL SUO PARCO
Quando frequentavo l’università e abitavo sui Navigli, per cinque anni ho portato sempre a spasso il mio cane Oreste, un bulldog bianco devastante, molto simpatico, leggeva i grandi russi e fumava la pipa, non amava uscire né con il sole né con la pioggia, avevo praticamente un cane di marmo. Un cane da divano. E l’unico parco in cui gli piaceva andare era il Parco Argelati.
PASSEGGIATE MILANESI
Se vuoi fare una passeggiata artistica si cammina un po’ per i vicoli di Brera. poi arrivi in Sempione, ti fermi in Triennale. se invece si vuol fare la passeggiata della moda, che comunque a noi ragazze piace sempre, ti mando nel classico perché se non le hai mai viste le devi vedere: Montenapoleone, via della “Sfiga”, come la chiamo io… via della Spiga.
LA STRADA DELLO SHOPPING
Sicuramente corso Ticinese: negozi di dischi in vinile, vestiti, gadget… da piccola li cercavamo perché a casa non c’erano. E poi Lo specchio di Alice che aveva le giacche seventies, dovrebbe esserci ancora oggi
Il BRUTTO DI MILANO
Il cielo grigio, io lo chiamo grigio Milano, un po’ come fumo di Londra. Il casino, la fretta, la gente con poca pazienza. Ci sono un sacco di sfiniti in giro, essendo la città grande.