Nuova ‘scoperta’ al Monzino di Milano

Al Monzino di Milano, a seguito di uno studio effettuato su 800 pazienti che erano stati precedentemente ricoverati nel centro cardiologico, è stata fatta una scoperta incredibile.

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Lo studio ha avuto la durata di 5 anni, è stato mirato alla valutazione di una possibile relazione, tra la carenza di ferro e il tasso di mortalità dei pazienti.

Il centro cardiologico Monzino di Milano, ha rivelato che il deficit di ferro, può essere un fattore importante per eventuali scompensi cardiaci, che possono fare evolvere la malattia in negativo.

Deficit di ferro e scompensi cardiaci possono essere fatali in alcuni situazioni e condizioni particolari

Nei pazienti che hanno scompensi cardiaci, un deficit importante del ferro, può portare dritti ad una prognosi negativa e a delle conseguenze del tutto inaspettate perché sottovalutate. Ecco perché è importante diagnosticare eventuali carenze di ferro e trattare la problematica prima possibile come meglio si pensa.

In questo modo infatti si può provare a ridurre il rischio della mortalità. Anemia e deficit di ferro, possono essere quindi dei fattori di rischio ospedalizzazione oltre che mortalità soprattutto nei pazienti che soffrono di scompensi cardiaci.

Cosa può causare l’anemia o livelli di ferro presenti nel sangue in misura inferiore rispetto alla norma

L’anemia, conduce ad avere dei valori di emoglobina scarsi, mentre il deficit di ferro è un’insufficienza presente nella gran parte dei pazienti, si tratta almeno del 70%. Il deficit di ferro funzionale, riguarda coloro che hanno i valori della ferritina tra 100 e 300 mcg/l e la saturazione inferiore al 20%.

In questi casi succede che le funzioni cellulari come la produzione dell’energia, non vengono svolte come dovrebbero per cui il paziente si affatica. In questo caso la quantità di ferro inferiore al dovuto, potrebbe influire in maniera negativa sulla malattia.

Per questo bisogna intervenire in qualsiasi modo per risolvere il problema prima che diventi ancora più grave. Non avere abbastanza ferro, può anche essere legato ad uno stato infiammatorio cronico, che si può manifestare con malattie infiammatorie di qualunque genere.

Le indicazioni chiare, del professore Pier Giuseppe Agostoni, rivolte ai centri specializzati di tutto il mondo

Tutto questo è stato dichiarato dal professore Pier Giuseppe Agostoni, che si è occupato dello studio per tutti questi anni e che peraltro è il direttore del dipartimento cardiologia al Monzino oltre che professore di malattie cardiovascolari presso l’Università degli Studi di Milano.

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Il messaggio da lui lanciato è chiaro: i centri specializzati d’Italia, devono eseguire degli esami del sangue approfonditi. Lo scopo è individuare in tempo eventuali carenze di ferro. Per quanto queste possano sembrare di poco conto e banali possono avere delle conseguenze piuttosto pesanti.

Nel caso della presenza di deficit di ferro per esempio ci sono dei farmaci che possono essere somministrati per via endovenosa. Questi agiscono nell’immediato. Per cui sono pronti a migliorare la qualità della vita dei pazienti o addirittura a salvarli in casi specifici, andando ad aumentare la quantità di ferro nel sangue.

I pazienti che soffrono di patologie cardiache sono tanti. Conoscere questi dettagli può tornare utile in molte situazioni.

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