Omicidio Boiocchi, sgombero Curva Nord: la testimonianza di un tifoso

L’indicazione dei capi ultras di abbandonare la Curva Nord, in seguito alla morte di Vittorio Boiocchi: “Ceffoni per chi non lasciava lo stadio”

Stadio San Siro, Inter-Sampdoria
Stadio San Siro, Inter-Sampdoria – imilanes.Nanopress.it

Non credo che andrò più allo stadio” confessa un tifoso interista intervenuto alla trasmissione Controcorrente. L’uomo, in forma anonima, ha raccontato la violenza di quegli attimi quando in seguito all’uccisione dello storico capo ultra nerazzurro, è stata fatta sgomberare la Curva Nord.

Morte Boiocchi, lo sgombero della Curva raccontata da un tifoso interista

Un intero settore, quello del secondo anello verde, completamente “evacuato”. Ma non dalla sicurezza, e nemmeno dai tifosi, bensì dai capi ultras che hanno costretto quest’ultimi ad abbandonare lo stadio. Con la forza, con le minacce, con la violenza e con i “ceffoni”. Lo racconta un tifosi interista, intervenuto alla trasmissione Mediaset Controcorrente. Come già le forze dell’ordine avevano intuito nei giorni successivi a Inter-Sampdoria, durante la quale era stato in contemporanea ucciso il capo ultras Vittorio Boiocchi, erano stati gli stessi capi della curva a costringere la tifoseria a lasciare il proprio posto dal Meazza.

La Digos adesso sta visionando le telecamere a circuito chiuso della sicurezza di San Siro, e avrebbe individuato i primi colpevoli di tali gesti di violenza immotivata. Per i capi ultras che hanno minacciato i tifosi ad abbandonare lo stadio verrà verosimilmente applicato un daspo.

“Mi hanno detto se non esci ti picchiamo”, racconta il tifoso in forma anonima in tv, che ammette di aver perso la voglia di andare allo stadio. Nell’intervista telefonica l’uomo dice di aver subito minacce e di aver visto capi ultra rifilare manate e ceffoni nei confronti degli altri tifosi.

Riguardo alla situazione in curva, l’uomo ammette inoltre che la Digos in borghese è presente sugli spalti, ma non può intervenire: “Pensa cosa accadrebbe se intervenissero, la curva è molto grande”.

Morte Vittorio Boiocchi: il racket del capo ultras

Una situazione, quella della malavita presente in maniera concreta nelle curve dei nostri stadi, che non rappresenta certo una novità. Lo stesso Vittorio Boiocchi, ucciso pare per un regolamento di conti all’età di 69 anni – durante il match casalingo dei nerazzurro nei pressi della sua abitazione – era più un signore della droga che un capo ultras.

Aveva trascorso infatti ben 26 anni in carcere, tra rapine, sequestri, estorsioni, traffico di stupefacenti e associazione a delinquere (queste le condanne).

L’ultimo arresto nel 2021, adesso gli agenti stavano indagando sul caso di omicidio, dopo la sua morte avvenuta a causa di diversi colpi d’arma da fuoco – letali quelli al torace e al collo.

Milano, luogo omicidio Boiocchi
Milano, luogo omicidio Boiocchi – imilanesi.nanopress.it

Si stima che Boiocchi guadagnasse più di 80mila euro al giorno, soldi provenienti dai parcheggi di San Siro – gestiti pare proprio dal capo ultras – i biglietti della curva e dall’importazione di Cocaina dalla Colombia.

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