Per comprare casa a Milano servono 13 anni di stipendio

Vivere a Milano costa più di quanto si pensi: a quanto pare, per comprare casa nel capoluogo lombardo, bisognerebbe mettere da parte 13 anni di stipendio. Questo è quanto emerge da uno studio condotto da Tecnocasa.

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Milano – Imilanesi.it

Milano è una città carissima. Sembra un luogo comune, ma non lo è e un’indagine realizzata da Tecnocasa lo conferma. Non solo la vita qui costa, gli affitti sono altissimi, ma anche acquistare casa è diventato praticamente un lusso per pochissimi (come i Ferragnez, che possono permettersi un appartamento a CityLife extralussuoso). Ma il mondo, ahinoi, non è popolato solo da persone che percepiscono stipendi milionari, anzi, le retribuzioni medie annue in Italia (Milano compresa) sono abbastanza basse, ma questo non pare fermare affatto il mercato immobiliare meneghino, che prosegue incontrastato la sua scalata nella classifica del più caro del Belpaese.

Per comprare una casa a Milano ci vogliono 13 anni di stipendi

Se vi dovesse venire in mente di acquistare una casa a Milano, sappiate che dovete aspettare 13 anni. Sì, questo è il tempo medio in cui non dovrete toccare neanche un euro del vostro stipendio mensile per poter accedere ai prezzi folli del capoluogo lombardo. E no, non stiamo parlando di una villa con piscina, ma di un appartamento di circa 85 metri quadrati (che quindi potrebbe non essere neanche sufficiente per famiglie molto numerose).

A rivelare questi dati sconcertanti è uno studio condotto da Tecnocasa che si è occupata di trovare un collegamento tra la retribuzione media e il costo medio a metro quadro in varie città italiane. A quanto pare nella città meneghina questa relazione è abbastanza seria (forse anche troppo).

In effetti se guardassimo questo dato dall’esterno, non dovrebbe sembrarci poi così strano, se pensiamo che solo pochi mesi fa era emerso che Milano è la città più cara di Italia in assoluto, ma anche una delle più care d’Europa, cioè precisamente lo è più di Monaco di Baviera e quanto Parigi e Londra. E qui casca l’asino. In effetti, per essere coerenti, le tre città dovrebbero garantire lo stesso stipendio medio annuo. Peccato che così non è.

Dati alla mano, a Milano lo stipendio medio si aggira attorno ai 31mila all’anno, considerando che le posizioni “entry level” percepiscono uno stipendio di circa 23.400 all’anno, mentre i lavoratori con più esperienza possono arrivare a guadagnare 53.550 euro. Guardando altre città italiane – soprattutto quelle del Sud – non sembra una situazione disastrosa, ma andiamo a vedere il corrispettivo francese e britannico e capiamo che è tutta un’illusione, una bolla rosa che scoppia alla prima spesa

A Parigi lo stipendio medio annuo si aggira attorno ai 45mila euro, fermo restando che nelle posizioni più “alte” può superare anche i 75mila. A Londra la situazione pare non essere molto diversa, perché la retribuzione media è praticamente la stessa, fermo restando che al mese lo stipendio minimo in genere si aggira intorno ai 2.200-2.300 euro, che all’anno quindi sarebbero circa 17mila euro (quindi comunque una cifra superiore a quella di Milano e quando si parla di costo della vita alto, anche 4mila euro in più in 12 mesi possono fare la differenza, soprattutto quando si è molto giovani).

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Milano – Imilanesi.it

A questo punto potremmo parlare anche di quanto sia più facile a Parigi e Londra trovare lavoro e, quindi, percepire uno stipendio degno e di quanto sia anche più fare scalare una gerarchia che in Italia è ancora basata sul patriarcato e che lascia spesso indietro le donne. Potremmo parlarne, ma non lo faremo, perché adesso quello che è davvero importante è accendere i riflettori sul fenomeno dei prezzi folli degli appartamenti che sta colpendo Milano.

La situazione nel resto dell’Italia

Come abbiamo anticipato, a Milano servirebbero 13,2 annualità di stipendio per poter acquistare un appartamento di 85 metri quadrati e qui arriva la prima buona notizia: questo dato raddoppia la media nazionale, che è di 6,9 anni, quindi niente paura, perché se voleste comprare casa in qualunque altra città italiana la situazione non sarebbe così drammatica.

Fermo restando che il calcolo è stato effettuato su un prezzo medio a metro quadrato computato nel 2022 a 4.138 euro, notiamo subito che Roma presenta un costo nettamente inferiore: qui “basterebbero” 9,2 annualità (dato molto simile a Firenze, in cui ne basterebbero 9,1).

Per onore di cronaca però dobbiamo specificare che la situazione nella capitale è cambiata di gran lunga negli ultimi anni. Basti pensare che nel 2008 – cioè l’anno in cui in termini reali i prezzi immobiliari in Italia hanno raggiunto ad oggi il loro picco massimo – Roma prevaleva (anche se di pochissimo) su Milano: nella prima le annualità erano 14,8, nella seconda 14. Il distacco si è iniziato a ridurre solo pochi anni dopo, per poi arrivare alla situazione odierna intorno al 2019, considerando soprattutto che nel capoluogo lombardo i prezzi sono in salita ormai da cinque anni, nonostante nel mezzo ci sia stata la pandemia, che ha messo in ginocchio tantissimi settori.

Il dato positivo è che la situazione nelle altre città italiane migliora sempre di più. Quella in cui comprare casa oggi costa meno è Genova, che si colloca in fondo alla classifica con 3,3 annualità. 

Detto ciò, appare doveroso aggiungere che quella di Tecnocasa è un’indagine basata sulla statistica e che quindi ovviamente questi numeri devono essere presi con le pinze, anche perché non tengono conto di alcune semplici variabili come la zona. Un appartamento in centro verosimilmente costerà molto di più rispetto a uno in periferia, ma allo stesso modo vivere lontano dai punti cardine della city potrebbe rendere poco agevole spostarsi (soprattutto se si lavora in centro) e ha comunque dei lati negativi (anche in termini di sicurezza).

Inoltre la retribuzione presa in esame è appunto quella media: sappiamo bene che a Milano vi sono figure – come quelle manageriali, data la mole di grandi aziende presenti sul territorio – che possono arrivare a percepire stipendi di gran lunga superiori a quelli succitati, ma ve ne sono altre – come gli infermieri, gli OSS, gli insegnanti tanto per citarne qualcuna – che invece potrebbero guadagnare anche meno e quindi trovare ancora più difficoltà a trovare casa.

A questo si aggiunge che comunque a Milano anche i costi degli affitti è altissimo, quindi ch9i non guadagna abbastanza non ha scampo in alcun modo. Esiste una soluzione a tutto questo? Probabilmente no.

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