Pierpaolo e la sua vita da tetraplegico senza aiuti statali

Un altro caso di malasanità dove un tetraplegico non avrà più i soldi che gli spettano di diritto dallo Stato perchè i fondi sono finiti.
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Malato-Imilanesi.it

La storia di Pierpaolo è solo l’ennesimo esempio del disinteresse del Governo verso coloro che hanno bisogno di aiuto. E’ un uomo di 54 anni che, nella sua vita, ha fatto molto. In seguito ai suoi studi medici, ancora giovane apre una sua società per diffondere anche in Italia la tele chirurgia.

In seguito si laurea alla scuola di cinema Luchino Visconti e, poi, in psicologia presso l’Università Bicocca di Milano. Un uomo che si è sempre dato molto da fare. In seguito ad un incidente automobilistico e ad un’infezione post operatoria è rimasto tetraplegico. Necessita, infatti, di assistenza continua 24 ore su 24 per sette giorni alla settimana.

Le tante necessità di Pierpaolo

Ultimamente, infatti, ha bisogno dell’ossigeno per respirare per molte ore al giorno. Non è in grado di nutrirsi in autonomia. Ha un’incisione nell’addome attraverso la quale una pompa versa i nutrimenti e i liquidi. La pompa deve essere lavata di frequente. A volte, infatti, può capitare che si formino delle bolle d’aria e l’intervento deve essere tempestivo.

Tutto questo, perchè funzioni alla perfezione, ha bisogno di fondi. Pierpaolo Scabbiolo vive a Milano, in Lombardia, una delle regioni che vanta di avere l’assistenza sanitaria migliore d’Italia. Eppure, in questo caso specifico, sembra non riuscire a trovare i soldi necessari per aiutarlo.

Fino a qualche tempo fa il padre provvedeva alle pratiche burocratiche. Sostituiva in alcuni momenti anche l’assistente. Oggi, oramai, all’età di 83 anni non riesce più ad aiutare il figlio. C’è ancora Stefano che, da semplice assistente famigliare, si è reinventato infermiere ed ha imparato a cambiare cateteri, a maneggiare la bombola dell’ossigeno, la Peg e tutti gli strumenti di cui Pierpaolo necessita per vivere.

Per le sue gravi condizioni, Pierpaolo ha diritto ad un contributo sanitario regionale che, però, non è sufficiente per pagare i tre infermieri di cui avrebbe bisogno durante la giornata. Oramai ha dato fondo a tutti i suoi risparmi e non è più in grado di affronatre alcune spese fondamentali.

Ha interpellato gli uffici regionali responsabili, ma nessuno risponde. Tempo fa una lettera speditagli dall’ente erogatore lo informava che, pur riconoscendo che gli spettavano di diritto, i fondi erano esauriti, di conseguenza non potevano fare niente per aiutarlo. Pierpaolo rimane così senza gli aiuti che gli spetterebbero di diritto.

Nonostante le sue numerose difficoltà, ha trovato la forza di fare un appello, non solo per il suo caso, ma anche per quelli che, come lui, si trovano in situazione di difficoltà. Ha chiesto, infatti, che venga istituito un albo degli assistenti domiciliari perchè questo lavoro così delicato non venga assegnato a personale improvvisato.

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