Sanpellegrino, contratto di solidarietà per 306 su 500: produzione ferma per due giorni

Dopo il blocco della produzione, nei giorni del 15 e del 16 settembre negli stabilimenti della Sanpellegrino, 306 dipendenti su 500 hanno ottenuto un contratto di solidarietà.

Sanpellegrino
Sanpellegrino – Nanopress.it

La produzione di Sanpellegrino si era arrestata per due giorni, il 15 e il 16 settembre 2022. Per 306 dipendenti su 500 dello stabilimento bergamasco di Ruspino è scattato il contratto di solidarietà, firmato dai sindacati di categoria e dai rappresentanti aziendali. A complicare il quadro della produzione sarebbero la carenza di anidride carbonica, nonché la penuria di container, che sono utili per avviare il processo di esportazione dei prodotti realizzati, come bevande e acque minerali.

Sanpellegrino, contratto di solidarietà per 306 dipendenti su 500

I rappresentanti aziendali e i sindacati del settore agroalimentare hanno firmato un contratto di solidarietà, della durata di sei mesi, per la Sanpellegrino. Nello stabilimento di Rufino, svolgono il proprio lavoro più di 500 dipendenti. Per 306 di essi, dunque, è scattata questa tipologia di contratto. Il 15 e il 16 settembre, è stato attuato un blocco della produzione.

Pertanto, 306 lavoratori saranno sottoposti a una riduzione dell’orario: tra questi, ci sono i dipendenti che si occupano dell’area logistica e della produzione, tranne impiegati, quadri e manutentori. A rendere nota la decisione intrapresa è stata Cgil Brescia in un comunicato.

L’azienda, fondata 90 anni fa, facente parte del Gruppo Nestlé, produce bevande e acque minerali. Nel comunicato, viene specificato, che – mediante tale accordo – si sono evitati vari esuberi che, in un primo momento, l’azienda aveva messo in conto.

Acqua Panna, Sanpellegrino
Acqua Panna, Sanpellegrino – imilanesi.nanopress.it

Le parole presenti nel comunicato: carenza di anidride carbonica e container

Nel comunicato diramato, Simone De Franceschi della FLAU-CIGL e Gianluigi Bramaschi di FAI-CGIL, sottolineano, dunque, che mediante tale strumento di integrazione salariare, si è evitata l’attuazione di vari esuberi che erano stati ipotizzati dall’azienda per far fronte alla situazione che si era venuta a delineare.

E aggiungono che l’azienda stessa sta attraversando un periodo difficile a causa del “calo persistente delle forniture di anidride carbonica” che, come sappiamo, serve necessariamente per la produzione delle acque minerali.

Inoltre, a complicare la situazione, secondo quanto si legge dallo stesso comunicato, è la penuria di container che servono per l’esportazione dei prodotti. A soffrire di tale mancanza – come evidenziano De Franceschi e Bramaschi – non è solo la Sanpellegrino, ma tutte le aziende che operano nel medesimo settore.

Pertanto, tale condizione di difficoltà potrebbe emergere anche per altre aziende che producono acque minerali e bevande: lo scenario, pertanto, potrebbe estendersi ad altre realtà produttive che hanno anche meno dipendenti, rispetto alla Sanpellegrino.

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