Scontri post Brescia – Cosenza, quattro arresti

La sconfitta di giovedì sera è costata la retrocessione agli azzurri del Brescia, ma questa potrebbe non essere l’unica cosa negativa

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La retrocessione non è l’unica conseguenza negativa che ha portato la partita Brescia-Cosenza. Il dopo partita per la città è stato un momento da dimenticare e poco edificante per il mondo dello sport. L’arbitro ha dovuto interrompere il gioco sulla fine a causa del lancio dei fumogeni in campo e dell’invasione da parte dei tifosi delle Rondinelle.

Il quartiere di Mompiano ha vissuto ore di tensione per quello che è successo nelle strade intorno alla stadio. Senza parlare dei giocatori del Brescia, costretti negli spogliatoi con le loro famiglie, dai quali sono potuti uscire solo a notte inoltrata scortati dalla polizia. Un’auto incendiata all’interno dello stadio di proprietà di uno dei giocatori azzurri.

Gli agenti delle forze dell’ordine, dopo aver visionato i video delle telecamere sono potuti risalire ad alcuni tifosi del Brescia coinvolti negli scontri del dopo partita. Il sostituto procuratore Carlotta Bernardini, infatti, ha firmato, nelle scorse ore, 4 arresti di 4 tifosi bresciani, i quali, adesso, sono in stato di fermo ai domiciliari.

Fondamentali i video per gli arresti eseguiti

I video sono stati fondamentali. Infatti, si tratta di arresti in differita che si basano, cioè, sui video raccolti dai quali emerge che il tifoso arrestato è proprio l’autore del fatto. La Digos della Questura di Brescia sta ancora ricostruendo ciò che è accaduto sia all’interno che all’esterno dello stadio.

La conditio sine qua non è che l’arresto deve avvenire entro e non oltre le 48 ore di tempo dal fatto, questo è ciò che recita la legge 401 del 1989. E il tempo scadeva ieri a mezzanotte. I tifosi arrestati sono responsabili dei fatti accaduti all’interno dello stadio Rigamonti. Sono stati loro a lanciare i fumogeni interrompendo, così, la partita prima del fischio finale.

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Ed anche dell’invasione di campo dove si sono scontrati con la polizia. Ad un certo punto uno di loro ha anche estratto un coltello minacciando uno dei giocatori del Brescia ancora in campo. Nei video si vedono bene i volti dei tifosi coinvolti. Ora, però, il tutto passa nelle mani del giudice che dovrà decidere se convalidare gli arresti eentro domani.

Le indagini stanno ancora continuando. Gli inquirenti vogliono capire come sia stato pianificato il tutto ed anche come mai ci fossero alcuni tifosi del Milan e del Catanzaro sugli spalti della curva Nord. Sembra, infatti, che i tifosi abbiano pianificato gli attacchi in due momenti distinti. Uno ha riguardato l’invasione di campo.

Violenza in due atti

In questo frangente, infatti, sul campo erano presenti non solo i giocatori, ma anche le forze di polizia e carabinieri in tenuta antisommossa. Ad un certo punto un altro gruppo ha abbandonato la curva andando dall’altra parte dello stadio nel tentativo di sfondare i cancelli della tribuna e del settore dedicato agli ospiti dell’altra squadra.

Tutto questo ha portato, poi, ai disordini sia fuori che dentro il campo e che sono continuati per gran parte della notte. Intanto il Club delle Rondinelle ha condannato ogni atto di violenza avvenuto durante e dopo la partita. Ora il Brescia, oltre al danno di essere retrocesso in serie B, potrebbe aggiungersi anche la beffa: una penalizzazione in classifica.

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