Dal 6 ottobre, ogni martedì alle 21, Simona Ventura conduce in prima visione assoluta su FoxLife Il contadino cerca moglie, la nuova produzione originale di Fox International Channels Italy, realizzata da Fremantlemedia Italia in collaborazione con GroupM Entertainment. Adattamento del format internazionale Farmer Wants a Wife, il programma di FoxLife (Sky 114) vede protagonisti cinque contadini in cerca dell’anima gemella: diversi per età, provenienza geografica e temperamento, sono pronti ad aprire il loro cuore e le loro fattorie a single di città desiderose di cambiare stile di vita e trovare l’amore. Ad accompagnare protagonisti e spettattori in questo viaggio bucolico alla ricerca dell’amore ci sarà Simona Ventura, che farà più volte tappa nelle cinque fattorie per verificare l’andamento della convivenza. Sarà lei a raccogliere le impressioni dei contadini, cercare di interpretare i loro sentimenti, consigliarli nei momenti più difficili e accompagnarli in una scelta che potrebbe cambiargli la vita. In questa intervista, invece, Simona Ventura parla della sua fuga da Roma per trasferirsi a Milano e della profonda differenza fra le due città, di Tangentopoli ed Expo, di calcio e progetti per il futuro, del dg della Rai Campo Dall’Orto e del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il trasferimento a Londra o Miami e le preghiere – in italiano – dei musulmani di Milano.
Trascrizione videointervista a SIMONA VENTURA
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1994, FUGA DA ROMA
Allora… era il 1994, sono venuta a Milano per scappare da Roma. Sono scappata da Roma in una notte. Sono venuta a Milano dove ho incontrato delle mie amiche e sono stata un periodo qui, però non ho mai pensato in verità di viverci. Io venivo già a Milano nel ’92/’93. Avevo vissuto qui prima, poi sono andata a vivere a Roma dall’87 al ’94. In quel frangente ho fatto la Domenica Sportiva.
NON MI PIACEVA
Quindi venivo (a Milano) il sabato e la domenica e devo dire che il sabato e la domenica Milano non mi piaceva affatto (allora), preferivo tornare a Roma dove stavo tutta la settimana.
LA CITTÀ IDEALE
Poi di fatto el ’94 sono venuta qui scappando da Roma e ho trovato la mia città ideale. Nel senso che era finita con il mio fidanzato di allora, per cui in una notte sono venuta a Milano.
COLPI DI TESTA
Non sono nuova a fare questi colpi di testa, nel senso che per me quando è finita è finita. Avevo proprio voglia di venire a Milano, avevo delle amiche qui e sono venuta a Milano e ci sono rimasta per sempre. Alla fine dell’anno scorso ho festeggiato il ventennale, e di questo sono molto contenta, anche perché Milano è una città che mi ha dato tutto..mi ha dato l’amore, mi ha dato i figli, mi ha dato la fortuna del lavoro, il successo…
UNA CITTÀ FERITA
La Milano degli anni ’90 era una città ferita perchè c’era stata Tangentopoli e aveva voglia però di mordere le sue opportunità.
NUOVA CARRIERA A MILANO
Io poi sono venuta a Milano nel ’94, ho fatto Mai dire Goal e da lì è partita tutta la mia carriera nell’intrattenimento. Prima facevo la giornalista sportiva, per cui devo dire… quello che più mi è dispiaciuto e che sono io sono venuta a Milano e ovviamente ho fatto nuove amicizie. (A Milano) Ho un sacco di amici che mi sono rimasti nella vita, sono ancora amici miei adesso…
A MILANO TANTI AMICI, A ROMA SOLO UNO
A Roma mi è rimasto un solo amico: Giovanni Malagò. Dopo otto anni passati a Roma… Milano mi ha cambiato nel senso che la ritengo la mia città da sempre. È una città riservata, una città che dà grandi opportunità, una città dove si lavora moltissimo. Io la paragono, con le debite proporzioni, a New York. Roma invece è Los Angeles, si basa su altre cose. Non che non si lavori, si lavora in maniera molto differente.
MILANO È “STRONG”
A me piace molto Milano perché Milano invece è molto strong, bump, e quindi io sono felice… Sicuramente è la più internazionale. Adesso è una città che ha massacrato qualunque realtà italiana con Expo.
MILANO MORDE
Ha saputo mordere questa opportunità, sta sviluppando la città in una maniera meravigliosa. È una città che, secondo me, per chi ha voglia di lavorare, per chi ha voglia di avere il proprio posto, è una città ideale. Una città riservata, una città che ti da grandi opportunità, che ti rende libero perché è una città molto concreta, pragmatica, dove ognuno ha libertà di fare quello che vuole.
MILANO NON GIUDICA
Non è una città che ti giudica, questo lo fa molto più Roma come città. Le più grosse cattiverie sono venute fuori sempre da Roma mai da Milano, o da Firenze – anche per il tipo di persone che sono – e anche Bologna ha la sua prerogativa. Insomma tra le due metropoli secondo me è diverso. Milano è anche una città che non ti perdona niente, è molto difficile avere delle amicizie, entrare nei salotti o comunque nei gruppi. È difficile all’inizio, c’è molta freddezza e molta diffidenza, però quando hai un amico a Milano, almeno per me è stato così, ce l’hai per tutta la vita.
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MENTALITA MILANESE
Quando sono venuta a Milano mi sono resa conto che ero milanese come mentalità. Io ho vissuto tutta la mia vita a Torino, sono nata a Bologna, quindi Milano era comunque nella rotta. Io quando stavo a Torino ho cominciato a lavorare nelle tv private di Milano, quindi prendevo il mio treno, o la macchina, e venivo a Milano, non ho mai pensato a Torino come una città dove vivere o dove avrei fatto la mia carriera. In effetti sono andata a Roma perché di giornaliste sportive a Milano in quel tempo ce n’erano già.
PRIMA TAPPA ROMA
A Milano si occupavano di calcio sia Maria Teresa Ruta sia Antonella Clerici, mentre a Roma non ce n’era neanche una ecco perché poi io sono andata a Roma a lavorare. E ho cominciato a fare Domani sposi con Magalli, come valletta, poi ho avuto la possibilità di fare proprio la giornalista sportiva e da li è cominciata la mia carriera nel calcio. Un fil rouge che è continuato fino a 4-5 anni fa e che voglio riprendere, quello del calcio, perché ho conosciuto tantissime persone che ancora adesso mi cercano. Ho un rapporto meraviglioso, sono credibile, si fidano e questo non è proprio facilissimo per chi poi fa altro nella vita, come ho fatto io. Una che si occupa di contadini, per pensare all’ultimo programma, oppure alla musica o ai reality. Per cui è bello avere ancora tutti questi rapporti, questo è bello.
PROGETTO CALCIO
Tra i progetti ci sono delle cose, tante cose. Tornare nel calcio mi piacerebbe moltissimo perché ripeto ho lasciato veramente un buonissimo ricordo, anche perché io amo molto coltivare le mie p.r. Cioè non che io smetto il calcio e non mi interessa più nulla del calcio, anzi io leggo sempre la Gazzetta tutti i giorni e leggo i siti e coltivo la mia passione perchè poi il calcio è sempre stato un fil rouge della mia vita per passione e per lavoro, ma soprattuto per passione.
IL FUTURO IN RAI
Non è tanto Campo Dall’Orto se mi chiamasse… cioè io voglio tornare in Rai se ci sarà la possibilità con una… siccome sono un pilota, con una buona macchina. Perché uno può essere anche un grande talento, essere un buon conduttore, io adesso poi faccio anche produttore creativo dei miei programmi, però se non c’è una bella… se non hai una macchina che funziona, difficilmente arrivi fino in fondo. Quello che sto cercando è un buon format, che possa essere buono per qualsiasi televisione mi abbia cercato.
MILANO, LONDRA O MIAMI
Se lasciassi Milano lo farei solo per due città al mondo: una è Londra, anche se poi mio figlio studia li per cui lui lavora lì e studia lì. Per cui, insomma, la vedo molto spesso. Oppure Miami per cambiare completamente vita.
DOPO PISAPIA?
Trovo che Pisapia abbia fatto un ottimo lavoro. Non è facile trovare una persona che possa prendere il posto di Pisapia, perché Pisapia ha fatto molto bene a Milano. Quindi è più facile prendere il posto di Marino, con tutto il rispetto, perché quando tu arrivi che è un po’ un cimitero, è più facile recuperare una situazione compromessa che arrivare quando uno ha vinto lo Scudetto. Anche per gli allenatori è così, no? Quando tu arrivi che ha fatto male il tuo predecessore può essere che tu faccia meglio perché sennò al limite fai come lui. Quindi al posto di Pisapia non lo so. Per questo che anche Forza Italia, la destra o Salvini stanno cercando una figura che sia assolutamente vincente. Gli Italiani hanno sempre voglia di cambiare per cui non è detto che possa essere uno di sinistra, assolutamente.
ISLAM, IL RISPETTO DELLE LEGGI
Guarda io sono per la libera Chiesa in libero Stato, quindi la libertà di religione ci deve essere. In tutto questo ci sono delle regole, delle leggi italiane, che vanno assolutamente rispettate. Cioè che loro vengano e facciano, non so, preghino in moschea, ci sta, è la loro libertà. Che preghino in arabo per cui uno non capisce nulla non va bene, cioè bisogna, ovviamente, tessere delle relazioni. Però le leggi sono quelle italiane e quindi… Quando io vado in America ho le leggi americane, o vado anche nei paesi arabi sono rispettosa delle leggi vigenti li… Io credo che anche quelli che vengono qui debbano essere rispettosi delle leggi. Detto questo, io sono per la libertà di religione.
CREDITI
La videointervista e il servizio fotografico a Simona Ventura sono stati realizzati negli spazi del Ristorante Stk Milan e dell’albergo ME Milan Il Duca (entrambi in piazza della Repubblica, 20124 Milano), che si ringraziano per la preziosa e cortese collaborazione.