Vittorio Sgarbi non è più consigliere della Lombardia

Vittorio Sgarbi ha dovuto lasciare la sua carica di consigliere in Regione Lombardia per incompatibilità con le altre nomine

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Già agli inizi di maggio, in apertura della seduta del Consiglio regionale dell Lombardia, a Vittorio Sgarbi era stato annunciato che doveva fare una scelta. La sua nomina a consigliere regionale e quella di sottosegretario alla cultura sono incompatibili. Quindi, l’invito era quello di scegliere, o la Lombardia o Roma.

Il tempo a sua disposizione per decidere era di 10 giorni, scaduto il quale il suo incarico a consigliere regionale sarebbe decaduto automaticamente. Vittorio Sgarbi ha deciso di rimanere a Roma. Al suo posto subentrerà Nicolas Gallizi, sempre per la lista Noi Moderati ed eletto nella circoscrizione di Milano.

Nel corso delle elezioni del 12 e 13 febbraio scorso, Sgarbi aveva ottenuto 873 preferenze a Milano. Non avendo ottenuto la guida dell’assessorato alla Cultura per il comune di Milano, la sua scelta era piuttosto scontata. Ieri, quindi, martedì 23 maggio, nel corso della seduta del Consiglio regionale della Lombardia, Sgarbi ha ufficializzato le dimissioni e salutato i colleghi.

Dispiaciuto di lasciare la Lombardia

Si è detto dispisaciuto di andarsene, ma ha la speranza di essere chiamato in futuro per qualche commissione per poter dare il suo contributo in ambito delle varie attività culturali. Sgarbi aveva presenziato durante la terza seduta del Consiglio Regionale Lombardo, durante la quale aveva giudicato politicamente sbagliata la scelta di Francesca Caruso alla Cultura.

 “…essendo molto importante la Lombardia, prima che Ronzulli decidesse che non ero adeguato a fare l’assessore, ho pensato che forse il ruolo di assessore in Regione Lombardia non era meno significativo e intensivamente utile di quello da sottosegretario ai Beni Culturali

Ed è con queste parole che Vittorio Sgarbi ha ufficializzato le sue dimissioni da Consigliere della Regione Lombardia, per tornare a Roma in veste di Sottosegretario alla Cultura nel nuovo governo. Era anche vero, secondo Luca Ferrazzi, presidente della Giunta delle Elezioni di Regioni Lombardia, che Sgarbi non rispondeva alle comunicazioni ufficiali.

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Il sottosegretario ha, però, risposto di non averle mai ricevute. Al termine dell’incontro si è affrontato l’argomento di trasferire la Pace di Kiev del Canova a Milano. Sgarbi ha ribadito che, per il momento, rimane un’ipotesi. Lo aveva annunciato già ad aprile nel corso della presentazione della Milanesiana.

Solidarietà al ministro Roccella

Si tratta di una scultura custodita al Museo Nazionale Khanenko di Kiev. Al il momento, però, Sgarbi non ha ricevuto alcuna risposta da parte del ministro ucraino a cui aveva fatto richiesta. Insomma, si dovrà aspettare. Prima dei saluti finali, ha voluto esprimere solidarietà al ministro Roccella per le contestazioni ricevute a Torino.

Così Sgarbi lascia il Pirellone. Ma non sono certo gli incarichi che mancano al sottosegretario alla cultura. Ne ha, al suo attivo, in questo momento circa 10. E’, infatti, sindaco di Sutri, assessore alla Cultura di Viterbo, prosindaco di Urbino e commissario per le Arti di Codogno.

Ricopre, inoltre, il ruolo di presidente della Fondazione Ferrara arte, del Mart di Trento, del Mag di Riva del Garda e della Gypsotheca del Canova. Gli impegni, quindi, non mancano di certo a Vittorio Sgarbi. Ora tornerà a Roma per ottemperare agli impegni in veste di sottosegretario alla cultura.

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