Il boss Bevilacqua morto al San Paolo di Milano

È deceduto al San Paolo di Milano il boss ennese Bevilacqua, che era al 41 bis dal 2020. Era stato esponente politico del Partito Democratico Cristiano.

Ospedale San Paolo di Milano
Ospedale San Paolo di Milano-iMilanesi.Nanopress.it

Raffaele Bevilacqua, capo della mafia ennese, è deceduto all’ospedale San Paolo di Milano dove era in cura da circa due mesi.

Il 74enne ex avvocato e politico democristiano era in carcere in regime di massima sicurezza 41 bis dal 2020, e in precedenza aveva scontato una pena fino al 2018. Bevilacqua è morto per un’infezione legata a problemi cardio-respiratori.

Bevilacqua trasferito in ospedale due mesi fa

I due avvocati di Bevilacqua, Gaetano Giunta e Giuseppe D’Acquì, all’incirca due mesi fa erano riusciti a ottenere per lui il trasferimento in ospedale a causa dei suoi gravi problemi di salute che lo affliggevano da tempo.

Sfortunatamente, il boss di Enna è deceduto dopo aver contratto una grave infezione a causa di una malattia cardiorespiratoria con cui aveva lottato fin da quando era in carcere.

Chi era il boss

Bevilacqua, figura di spicco della malavita ennese, nasce il 1° luglio 1949 a Barrafranca. Si è spento ieri 17 maggio 2023, mentre era ricoverato all’Ospedale Santi Carlo e Paolo.

Il boss Bevilacqua
Il boss Bevilacqua-iMilanesi.Nanopress.it

Prima del suo coinvolgimento da parte delle forze dell’ordine durante un’indagine contro la criminalità organizzata, aveva svolto il lavoro di avvocato penalista ed era stato anche un noto membro del Partito Democratico Cristiano.

Nel 2018, pur essendo stato condannato al 41 bis per un reato commesso nel lontano 2004, gli è stato concesso il permesso di sottoporsi a intervento chirurgico a Catania.

Dopo l’intervento è stato posto agli arresti domiciliari nella città etnea. A seguito delle indagini condotte e culminate nell’operazione Ultra del 2020, è emerso che Bevilacqua manteneva ancora legami con gli esponenti della mafia di Pietraperzia e Barrafranca.

Dopo il blitz del luglio 2020, il boss ennese è stato nuovamente incarcerato in base al regime 31 bis. Gli avvocati della difesa sono riusciti a trasferire il loro assistito in un ospedale di Milano due mesi prima della sua scomparsa a causa, appunto, di una grave infezione.

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