Il Milano Pride durerà un mese

Quest’anno il Milano Pride durerà un mese, esattamente dall’8 giugno all’8 luglio. Contrario il Comitato Lazzaretto per via degli schiamazzi notturni.

Bandiera arcobaleno Pride
Bandiera arcobaleno Pride-iMilanesi.Nanopress.it

L’Associazione Commercianti di Porta Venezia nel Quartiere Arcobaleno ha organizzato quest’anno un mese di celebrazione del “Milano Pride“, anziché un solo giorno.

L’evento inizierà l’8 giugno e si concluderà l’8 luglio, con una serie di attività e festeggiamenti che si svolgeranno sia prima che dopo la storica parata gay del 24 giugno.

Milano Pride durerà un mese

Il “Pride Mounth” di quest’anno sarà il primo del suo genere in termini del numero di eventi e iniziative strutturate nel quartiere.

Mentre alcuni residenti del Comitato Lazzaretto non sono contenti del piano per le preoccupazioni per la sfrenata vita notturna, il sindaco Giuseppe Sala ha espresso i suoi dubbi sull’evento.

Cominciamo dall’inizio. L’evento, denominato “Pride Porta Venezia“, ​​è una celebrazione mensile che comprende undici eventi in un mese.

L’Associazione dei commercianti del Distretto Arcobaleno ha presentato l’evento ieri mattina al Meet di piazza Oberdan.

Milano Pride
Milano Pride-iMilanesi.Nanopress.it

L’associazione è un collettivo di venticinque imprese della zona, un aumento significativo rispetto alle cinque imprese coinvolte prima della pandemia.

Paolo Sassi, presidente dell’associazione, anticipa che presto entreranno a far parte del gruppo altre venti imprese.

Numerose le persone che hanno dato il loro sostegno alla campagna “Pride Porta Venezia”, ​​tra cui un influencer, vincitore del Grande Fratello Vip e un residente del quartiere Tommaso Zorzi.

Patrocinio da parte del Comune di Milano

Anche il Comune ha fornito il proprio patrocinio, e anche il presidente della commissione Sicurezza, Michele Albiani (Pd), ha mostrato sostegno.

Inoltre, in un video promozionale, Alessia Cappello, assessore allo Sviluppo economico, sostiene l’iniziativa.

Sottolinea l’importanza di mantenere l’attenzione sulla diversità e l’inclusività, poiché la discriminazione persiste ancora.

Sostiene l’abbattimento delle barriere d’intolleranza per creare una società più accogliente. Sassi, uno degli organizzatori della campagna, sottolinea la volontà di trasformare Porta Venezia in un quartiere pionieristico.

Mirano a creare un’area “sicura” con cinque luoghi designati che disporranno di personale disponibile per assistere le donne bisognose.

Auspicano anche di rendere l’area “fumatori” e hanno chiesto al Comune la creazione di una zona a traffico limitato.

Sassi cita la Ztl di via Paolo Sarpi come esempio di ciò che spera di ottenere. Alla domanda sulle lamentele dei residenti riguardo alla sfrenata vita notturna della zona, Sassi ne riconosce l’esistenza e crede di non poterla sradicare, affermando che perderanno quella battaglia.

A proposito del dialogo con la polizia locale in preparazione delle manifestazioni del “Orgoglio di Porta Venezia”, ​​Sassi afferma che sono i politici che devono stare al passo con loro. Inoltre, ha invitato il sindaco a partecipare alla festa di apertura dell’8 giugno.

Alla domanda dei giornalisti sui prossimi eventi, Sala esita a fornire un mese specifico, affermando che nessun piano è stato ancora approvato.

In una città frenetica come Milano, sottolinea l’importanza del buon senso e della considerazione per tutti i cittadini.

Pur non avendo nulla contro la vita notturna o gli eventi, Sala sottolinea la necessità di rispettare chi lavora sodo e ha bisogno di riposo.

Riconosce che il Comune probabilmente sosterrà i movimenti LGBTQ+, poiché ha sempre sostenuto questa causa.

Contrario il Comitato Lazzaretto

La Presidente del Comitato Lazzaretto, Elena Montafia, ha espresso la sua contrarietà alla manifestazione denominata “Pride Porta Venezia”.

Ha chiarito che mentre sostiene i diritti della comunità LGBTQ+, non sostiene il carnevale che si svolge ogni sera fuori dalle loro finestre.

Il Sindaco potrebbe essere riluttante ad approvare tali eventi a causa delle denunce presentate dal Comitato contro la chiassosa vita notturna.

Montafia ritiene che i residenti di altre città abbiano fatto sentire la loro voce in casi giudiziari simili, non quelli dei “barbari“.

Il Comitato confida che la giustizia sarà servita nel loro quartiere così come lo è stata in altri luoghi.

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