Pensione anticipata di 5 anni con il contratto di espansione, come funziona

La pensione anticipata di 5 anni con il contratto espansione è una delle misure a cui i lavoratori possono fare ricorso per uscire prima dal mondo del lavoro. Scopriamo come funziona.

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Introdotto dal decreto Crescita per la prima volta nel 2019, in forma sperimentale, il contratto di espansione prevede aiuti per le aziende che assumono una persona ogni tre pensionati e consente di uscire fino a cinque anni prima dei 67 anni dal mondo del lavoro, ovvero prima della pensione di vecchiaia.

Con l’approvazione del Decreto lavoro, avvenuta il primo maggio, per alcune aziende c’è anche un’altra novità. Scopriamo come funziona il contratto di espansione e quale è la novità introdotta con il decreto lavoro approvato di recente.

La novità introdotta nel contratto di espansione

Nel decreto lavoro 2023 ci sono novità per i contratti di espansione di gruppo stipulati entro il 31 dicembre 2022 e ancora non conclusi.

Infatti, come si legge nel testo, è possibile rimodulare fino alla fine del 2023 le cessazioni dei rapporti di lavoro con accesso allo scivolo pensionistico entro 12 mesi dalla conclusione iniziale del contratto di espansione.

Le aziende con oltre mille dipendenti sono invitate ad assumere almeno una persona per ogni tre lavoratori che scelgono l’opzione del contratto di espansione. Inoltre, è permessa una diminuzione del 30% dell’orario di lavoro a coloro che non possono accedere allo scivolo perché non hanno i requisiti.

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Con il decreto lavoro 2023 termini prorogabili di un anno

La novità contenuta nel decreto lavoro approvato il primo maggio in consiglio dei ministri riguardante il contratto di espansione prevede ai lavoratori che si trovano a meno di 5 anni dalla pensione di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.

Inoltre, prevede anche che il lavoratore deve ricevere un’indennità mensile uguale al trattamento pensionistico lordo maturato al momento in cui termina il rapporto di lavoro. E’ l’azienda a farsi carico dell’assegno mensile, per tutto il periodo dell’anticipo.

I lavoratori che possono usufruire di questa novità devono trovarsi a non oltre 5 anni dalla pensione di vecchiaia oppure da quella anticipata. Un altro requisito che devono avere è quello di aver maturato il requisito minimo contributivo e di avere risolto in maniera consensuale il rapporto di lavoro entro il 30 novembre 2023.

I dipendenti con meno di 60 mesi dal decorrere della pensione, sia quella di vecchiaia che quella anticipata, possono firmare il contratto di espansione. La pensione percepita sarà cumulabile con altri redditi derivanti da altre attività lavorative.

Concesso un anno in più per rimodulare la fine dei rapporti

L’altra novità contenuta nel decreto lavoro riguarda i contratti di espansione di gruppo stipulati entro il 31 dicembre 2022 che non si sono ancora conclusi.

Come stabilito dal decreto, fino alla fine del 2023 e dietro accordo specifico preso con il Ministero del Lavoro, le aziende possono rimodulare le cessazioni dei rapporti di lavoro che permettono di accedere allo scivolo pensionistico entro 12 mesi partendo dalla conclusione originaria del contratto di espansione.

Quindi, alle imprese è permesso di prorogare il termine messo a disposizione per rimodulare le cessazioni dei rapporti di lavoro che hanno diritto ad accedere alla pensione anticipata.

Come stabilito nel decreto, rimangono invariati il totale della spesa e il numero massimo di lavoratori che hanno accesso allo scivolo pensionistico previsti nell’originario contratto di espansione

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