Sedicenne violentato e torturato in carcere: tra gli aggressori un gregario del trapper Simba La Rue

Il 16enne di origini libiche sarebbe stato violentato e torturato da 3 compagni di cella, tra cui anche un gregario dei trapper Simba La Rue e Baby Gang. Le violenze sarebbero avvenute nel carcere Beccaria di Milano, durante il cambio turno di una guardia. 

I tre imputati avrebbero versato sull’adolescente dell’acqua bollente, gli avrebbero spento addosso delle sigarette, oltre a violentarlo con diversi oggetti trovati in cella. Al momento il 16enne, che era finito in carcere con l’accusa di aver molestato una ragazza sul tram, è stato posto in una struttura protetta. Tra i tre accusati delle violenze c’è anche un gregario della banda dei trapper Simba La Rue e Baby Gang, finite al centro di diverse indagini, nei mesi scorsi, per le violenze perpetrate ai danni di due giovani senegalesi.

Sedicenne violentato in carcere a Milano

Lo avrebbero torturato e violentato: è da questa accusa che tre giovani detenuti del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano dovranno ora difendersi. Stando a quanto riferito dalla presunta vittima delle violenze – un 16enne egiziano, loro compagno di cella – i tre lo avrebbero sorpreso nel sonno, legandolo alla finestra della cella, e lo avrebbero poi violentato con diversi oggetti presenti in cella, fino a spegnergli addosso sigarette accese e a versargli dell’acqua bollente. Il tutto sarebbe avvenuto durante un cambio della guardia.

Tra i tre accusati delle violenze c’è anche un gregario della banda dei trapper Simba La Rue e Baby Gang, finite al centro di diverse indagini, nei mesi scorsi, per le violenze perpetrate ai danni di due giovani senegalesi.

 Simba La Rue (Lamine Mohamed Saida)
Simba La Rue (Lamine Mohamed Saida) – Imilanesi.it

Il 18enne, finito in carcere per rapina, sarà ascoltato nelle prossime ore dal giudice per le indagini preliminari, per difendersi dalle accuse di violenza sessuale di gruppo e tortura, reato riconosciuto per la prima volta come commesso da un detenuto ai danni di un altro detenuto. Secondo gli inquirenti ci sarebbe proprio lui dietro la spedizione punitiva ai danni dell’adolescente egiziano.

L’accusa del reato di tortura sta nel «trattamento inumano e degradante la dignità umana» subìto dall’allora 16enne egiziano proveniente dalla Libia.

La vittima trasferita in una struttura protetta

Dopo quanto avvenuto in carcere, la vittima della presunta violenza ha avuto il coraggio di denunciare l’accaduto e assistito dal suo legale, ha ottenuto il trasferimento in una struttura protetta per minori. Il 16enne era finito in carcere con l’accusa di aver palpeggiato una donna in metro, ma quanto subito in cella sarà ora difficile da dimenticare.

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