Si è staccato un martelletto del campanile del convento di Fra’ Cristoforo

Dal campanile della chiesetta del convento di fra’ Cristoforo, a Lecco, si è staccato un martelletto del campanile

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Vigile del fuoco-Imilanesi.it

A Pescarenico, in provincia di Lecco, c’è un convento conosciuto grazie al romanzo di Alessandro Manzoni. E’ intitolato proprio ad uno dei personaggi più caratteristici dei Promessi Sposi, Fra’ Cristoforo. Il convento ha una piccola chiesetta annessa con tanto di campanile. Ed è prorio qui che questa mattina è accaduto un piccolo incidente.

Si è staccato un martelletto di una delle campane del campanile. E’ caduto, prima sul tetto della chiesa per poi finire rumorosamente sul sagrato. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del comando provinciale di Lecco con due mezzi di soccorso, un’autopompa serbatoio e un’autoscala.

Ispezionata subito la zona

Hanno subito effettuato un’ispezione per verificare che cosa fosse successo e se ci fosse qualche ferito. Accertato questo, i vigili hanno messo il luogo in sicurezza. I danni provocati dalla caduta del martelletto sono stati piuttosto limitati. Nella caduta hanno rovinato alcune tegole del tetto della chiesetta.

Il convento di fra’ Cristoforo è stato un luogo di culto, ma anche un monumento particolarmente importante per la nostra storia letteraria. Tutti noi abbiamo passato alcune ore sul testo di quello che è diventato uno dei romanzi più popolari: I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.

camapnile
Campanile-Imilanesi.it

Ed è. ancora oggi, una delle tappe fondamentali per chi vuole addentrarsi nella storia rivivendo i luoghi di manzoniana memoria. Il convento fu edificato nel 1576 per volere del governatore spagnolo Hurtado de Mendoza su richiesta dei frati Cappuccini che li ospitò fino al 1810, anno in cui Napoleone decise di sopprimere l’ordine.

Divenne, poi, proprietà di alcuni privati. La chiesetta annessa fu costruita per volere di San Carlo Borromeo e consacrata nel 1600 a San Francesco. Dopo il 1810 vennero aggiunte altre cappelle. Nel 1940 re Vittorio Emanuele III dichiarò il convento monumento nazionale insieme alla villa dove visse il poeta Alessandro Manzoni.

Un monumento ricco di storia

Oggi, dell’antica struttura rimangono tracce nel cortile e nel portico dove, un tempo, si affacciavano le celle dei frati. Negli anni la chiesa ha subito diverse ristrutturazioni, come la facciata neoclassica progettata dall’architetto del tempo Giuseppe Bovara. All’interno della chiesetta si possono ancora vedere rarissime composizioni plastiche in cera e cartapesta risalenti al ‘600.

E la Trinità del Cerano, una delle testimonianze più imporatnti della pittura lombarda del XVII secolo. Nel pavimento si possono vedere le botole dei sepolcri dei frati e di alcuni laici. Presenta un’unica navata rettangolare con un altare maggiore ligneo che risale al ‘500. Un’opera molto particolare è costituita da nove cassette in vetro.

Al loro interno vi sono delle composizioni in cera policroma che si riferiscono alla cultura napoletana del tardo Seicento, e rappresenatno delle scene di vita di San Francesco e Santa Chiara d’Assisi. Oggi fa parte del percorso dedicato a chi vuole conoscere la storia legata non solo al famoso romanzo, ma anche al suo autore.

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