Saluto romano alla manifestazione in memoria di Ramelli, 13 condanne

Saluto romano e tredici condanne: in riferimento a quest’episodio sembra siano stati condannati nel capoluogo lombardo tredici militanti.

Corteo per Sergio Ramelli
Corteo per Sergio Ramelli-Imilanesi.it

Si tratta di un episodio avvenuto nel 2018. Le condanne hanno coinvolto dei militanti appartenenti all’estrema destra. Questi dovranno provvedere a pagare una somma equivalente a 10mila euro all’Anpi, per via dei saluti romani avvenuti nel corso di una manifestazione priva di autorizzazione, in memoria di Sergio Ramelli.

Saluto romano, la motivazione della condanna

Per aver eseguito il saluto tipicamente romano, dei partecipanti all’evento attuato in ricordo di Ramelli alcune persone hanno ricevuto una condanna a 4 mesi di reclusione. Si tratta per la precisione di tredici rappresentanti della destra più estrema che sono finiti a processo. Quest’ultimo si è verificato nella città milanese.

Le forme di reato che si sono provvedute a contestare in questo processo corrispondono a diverse tipologie. Difatti si fa riferimento prima di tutto alla manifestazione di genere fascista, seguita dall’esortazione a un atteggiamento del tutto discriminante. Si aggiunge poi la forma di violenza per motivazioni basate sul razzismo.

Tra l’altro oltre al saluto di tipologia romana, si è considerato pure l’appello del Camerata.

Un caso che risale esattamente al 29 aprile del 2018, quando si organizzò un evento senza disporre dell’autorizzazione. Una manifestazione ideata in memoria di Sergio Ramelli, ovvero un militante incluso nel Fronte della gioventù. Quest’ultimo fu ucciso nella città di Milano nel 1975.

Saluto romano: i dettagli della vicenda che ha portato alle condanne

I tredici militanti dell’estrema destra hanno quindi ricevuto una condanna da parte dei giudici. Si tratta di quelli appartenenti alla Terza sezione penale del capoluogo lombardo. Questi giudici, però, hanno pure provveduto a eseguire nei loro confronti un altro genere di condanna, ossia quello riguardante una multa equivalente alla somma di 300 euro.

Con l’aggiunta poi del pagamento correlato alle spese processuali. Questo è quanto ha stabilito il giudice Ilio Mannucci Pacini.

Tra coloro che risultano fra gli imputati accusati di aver violato l’articolo 5 collegato alla legge Scelba del 1952, oltre che alla legge Mancino del 1993, si evidenziano determinati nominativi illustrati successivamente.

Infatti i nomi fanno riferimento a quelli di Gianluca Iannone, ossia il leader di CasaPound. Poi c’è Duilio Canu che a quei tempi rivestiva il ruolo di vice segretario nazionale di Forza Nuova.

Infine Stefano Del Miglio che faceva parte di Lealtà Azione.

In base a quanto riferito dalla Digos della città di Milano, i tre partecipanti citati poc’anzi conducevano tale corteo senza avere alcun tipo di autorizzazione per poterlo effettuare.

Un momento del corteo
Un momento del corteo-Imilanesi.it

Una manifestazione costituita approssimativamente da duemila persone. Il tragitto aveva in previsione il sopraggiungere dei manifestanti dinanzi alla targa di commemorazione e al murale di ricorso di Sergio Ramelli.

Entrambi posti nella vicina via Paladini.

Una volta giunti di fronte al murale, i partecipanti avevano pure messo in atto quello che si definiva precisamente come l’appello del Camerata.

La descrizione di questo appello è la seguente: un capo chiama Attenti, pronunciando per tre volte il nominativo Camerata Sergio Ramelli. A quel punto i militanti hanno dovuto rispondere Presente, per poi effettuare il classico saluto romano.

È stato quindi proprio tra questi duemila partecipanti che gli investigatori della Digos milanese sono riusciti a identificare e poi indagare quelli che sono corrisposti ai 13 condannati.

Questi ultimi hanno potuto contare sulla difesa degli avvocati Antonio Radaelli, Jacopo Cappetta e Mario Giancaspro.

La descrizione di Sergio Ramelli

Quando si parla di Ramelli, per la precisione si fa riferimento a uno studente membro del Fronte della gioventù.

Dunque faceva parte di questo gruppo di destra decisamente radicale.

Il 29 aprile del 1975 subì un’aggressione e venne assassinato brutalmente con una chiave inglese. I responsabili di tale uccisione equivalevano a un vero e proprio commando riguardante l’organizzazione comunista Avanguardia Operaia.

Dopo più di un mese di agonia trascorso in ospedale, Ramelli morì il 13 marzo.

Gli assassini si riuscirono a identificare soltanto dopo una decina d’anni. Inoltre tra il 1987 e il 1990 ci fu il processo di tutti i colpevoli, condannati poi in modo definitivo per omicidio di tipo volontario.

Il raduno avvenuto tra i militanti di certo non rappresenta una novità di quest’ultimo periodo.

Difatti fin dalla morte di Ramelli risalente al 1975, si svolgono con cadenza annuale queste cerimonie ufficiali concernenti l’estrema destra milanese.

Tra l’altro l’esecuzione di queste manifestazioni seguono sempre il medesimo copione. Ecco perché ogni volta finiscono in un apposito fascicolo di indagine da parte della Procura, anche se con sorti processuali che si alternano tra di loro.

Chi è simpatizzante fascista non è l’unica categoria di persone che mantiene vivo il ricordo dell’omicidio di Sergio Ramelli.

A quest’ultimo, infatti, sono dedicati vari posti e targhe nella città di Milano.

Le loro inaugurazioni sono state pure presiedute dal sindaco Sala.

Giuseppe Sala
Giuseppe Sala-Imilanesi.it

Infine lo scorso anno la stessa Giorgia Meloni è andata ai giardini dedicati allo studente, per un ricordo in suo onore.

Il gesto della Meloni: le sue parole

I cronisti che erano presenti in quell’occasione non hanno perso un minuto del loro tempo per chiedere alla Meloni il suo pensiero circa il saluto romano di cui si sta parlando e di cui si è tanto parlato.

La stessa ha detto che questi gesti soni antistorici. Ecco le sue testuali parole:

L’ho detto tante volte, secondo me sono antistorici. Il valore della mia presenza qui è ricordare e fare memoria, per impedire le violenze politiche”.

La stessa ha voluto inoltre sottolineare in quella stessa giornata che lei e chi rappresentava il suo partito non avrebbero preso parte alla manifestazione chi si è tenuta.

Alla cerimonia in questione parteciparono altre figure di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, la coordinatrice  del partito. C’era anche Daniela Santanché, il coordinatore milanese.

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